La scoperta
I valloni per la cultura romantica
«Questa città è recinta di profonde fosse, di elevate mura, e di robusti baloardi, che la rendono forte dalle incursioni ostili»
[Pacichelli 1703, p. 93]

Il disegno urbano di Sorrento nella celebre rappresentazione di Pacichelli del 1703.
[Pacichelli, 1703, p. 86]
Fino al Settecento i valloni erano definiti le «profonde fosse», che circondavano e difendevano la città.
Sorrento era raggiunta soprattutto da mare; si approdava a un porto ricavato allo sbocco di un vallone sul mare.
Ai primi dell’Ottocento la vicina città di Napoli, la capitale, attraeva viaggiatori provenienti da tutta l’Europa, che sempre più numerosi si spingevano fino a Sorrento facendo un’escursione in barca.

Jacques Joseph COINY (Versailles 1761-Parigi 1809) – Emmanuel Jean DE GHENDT (Saint Nicolas 1738 – Parigi 1815), Vue de la Côte de Sorrente, sur le bord de la Mer de Naples, 1790 circa. Acquaforte, cm. 16×23.
«Gravée à l’eau forte par Coyni – Terminée par de Ghendt». [Saint-Non 1781-1786, tav. C; Rotili 1977, tav. II; Fino, 2017, p. 31]

Jakob Philipp HACKERT (Prenzlau 1737 – San Pietro di Careggi 1807) – Georg Hackert (1755-1805), a’ Sorriento, in Idem, Suite de IV vues dessinées dans le Royaume de Naples, Rome, 1799. Acquaforte, cm. 46×37. Disegno di Jakob Philipp Hackert – incisione di Georg Hackert.
[Rotili 1977, tav. I; Iezzi 1989, p. 31; Miniero, Ercolano 1990, p. 14; Fino 1994, n. 20; Cuomo 2005, pp. 56-57; Cuomo 2013, p. 65; Fino 2017, p. 38]

Jakob Philipp Hackert ritratto nel suo studio nel 1797 da Augusto Nicodemo
Con Hackert “le profonde fosse” divennero paesaggio
Jacob Philipp Hackert, pittore di corte dei Borbone di Napoli, fu il primo artista che interpretò il vallone di Sorrento come paesaggio, inserendolo in una raccolta di quattro soggetti: tutte località dei dintorni di Napoli frequentate in escursione dagli stranieri.
Con Turpin de Crissé il paesaggio dei valloni divenne emozione
Per Turpin de Crissé il Sole, illuminando solo la cima di quelle masse di fogliame, lasciava tutto il resto della valle in un chiaroscuro misterioso.
«… e le soleil, n’éclairant que le sommet de ces masse de feuillage, laisse tout le reste de la vallée dans une demi-teinte mystérieuse»
[Turpin de Crissé 1828, p. 30]

Turpin de Crissé in un ritratto di Louis-André-Gabriel Bouchet

Lancelot-Théodore TURPIN DE CRISSÉ (Parigi 1782-Parigi 1859)- Pierre Eugène AUBERT (Parigi 1789 – Parigi 1847), Ravin de Sorrento, in Lancelot-Théodore Turpin de Crissé, Souvenirs du Golfe de Naples recueillis en 1808, 1818 et 1824, a.n., Paris, 1828, pl. 21. Bulino, cm. 13,5×10.
«Dessiné par le C[om]te Turpin de C[rissé], gravé par Aubert».
Disegno di Lancelot-Théodore Turpin de Crissé, incisione di Pierre Eugène Aubert.
[Rotili 1977, tav. XVIII; Cuomo 2005, p. 68; Cuomo 2013, p. 62]

Lancelot-Théodore TURPIN DE CRISSÉ (Parigi 1782 – Parigi 1859) – Etienne GOUJON-DEVILLIERS (Parigi 1784 -1844?), Petit port de Sorrento, in Lancelot-Théodore Turpin de Crissé, Souvenirs du Golfe de Naples recueillis en 1808, 1818 et 1824, s.n., Paris, 1828.
Bulino, cm. 14,6×20.
«Peint par le C[om]te Turpin de C[rissé]. Petit port de Sorrento – Gravé par Devilliers».
[Rotili 1977, tav. XIX; Cuomo 2005, p. 135; Fino 2017, p. 45]
La visita di Turpin de Crissé a Sorrento fu importante, perché scelse come guida il capitano Starace. Starace era personaggio famoso, perché a fine Settecento aveva servito e accompagnato Mariana Starke, grande autrice di libri-guida, detta «la regina di Sorrento», che per prima aveva descritto e consigliato Sorrento ai travellers inglesi, avviando così la città alla fortuna turistica.
Turpin de Crissé aggiunse il vallone alle attrazioni di Sorrento già conosciute (il porto o Marina piccola, la casa natale di Torquato Tasso e i resti del cosiddetto tempio di Nettuno).
Negli anni ‘20 dell’Ottocento, passate le rivoluzioni e le guerre napoleoniche, sul banco tufaceo di Sorrento arrivarono lo sguardo scientista e lo sguardo romantico

Ernest FRIES (Heidelberg 1801 – Karlsruhe 1833), Rocce nel vallone a Sorrento, 1826. Matita e acquerello, cm. 17,8×22,5.
Heidelberg, Staatliche Museum.
[Fino 2017, p. 163]

Jules Louis Philippe COIGNET (Parigi 1898 – Parigi 1860) – François LE VILLAIN (?), Éboulement à Sorrento (Royaume de Naples), 1829. Litografia a coloritura coeva, cm. 39×32,5.
«J. Coignet 1829»; «Lith. de Villain».
Disegno di Jules Louis Coignet e incisione di François Le Villain.
[Persico Rolando 1988, tav. XXII; Iezzi 1989, p. 33; Miniero, Ercolano 1990, p. 40; Cuomo 2005, p. 80-81; Fino 2017, p. 58]

Achille VIANELLI (Porto Maurizio 1803 – Benevento 1894) e Teodoro WITTING (Francoforte sul Meno 1793 – Napoli 1860), Sito detto i Ponti a Sorrento, 1820 circa, in Raccolta di ventiquattro vedute di Napoli e suoi contorni disegnate da A. Vianelli e incise all’acquatinta da Theodore Witting, Napoli, 1840, pp. 58-59. Acquatinta, cm. 24,2×19,6.
«A. Vianelli dis. – T. Witting inc.»
Disegno di Achille Vianelli; incisione di Teodoro Witting.
[Rotili 1977, tav. IX; Iezzi 1989, p. 75; Cuomo 2005, pp. 58-59; Fino 2017, p. 159]
Giovani artisti scendevano nel vallone, nel profondo della Terra: alla ricerca dell’orrido
Achille Vianelli era figlio di un diplomatico veneto e di una parigina e giunse a Napoli nel 1819 per studiare pittura, dove partecipò all’esperienza della Scuola di Posillipo. Il suo disegno del vallone fu inciso dal cognato, Teodoro Witting, tedesco e marito di sua sorella.
Achille VIANELLI (Porto Maurizio 1803 – Benevento 1894) e Teodoro WITTING (Francoforte sul Meno 1793 – Napoli 1860), Sito detto i Ponti a Sorrento, 1820 circa, in Raccolta di ventiquattro vedute di Napoli e suoi contorni disegnate da A. Vianelli e incise all’acquatinta da Theodore Witting, Napoli, 1840, pp. 58-59. Acquatinta, cm. 24,2×19,6.
«A. Vianelli dis. – T. Witting inc.»
Disegno di Achille Vianelli; incisione di Teodoro Witting.
[Rotili 1977, tav. IX; Iezzi 1989, p. 75; Cuomo 2005, pp. 58-59; Fino 2017, p. 159]

Il ritratto di Achille-Etna Michallon eseguito da Léon Cogniet
Michallon vinse il Prix de Rome 1817 per il paesaggio storico e visse a Roma fino al 1821, dove morì a soli 26 anni.
Anche Caminade, l’incisore, era un grande paesaggista: tra le sue opere ricordiamo le cascate di Tivoli e scene e luoghi di Algeri inondati di luce del Mediterraneo.

Achille-Etna MICHALLON (Parigi 1796 – Parigi 1822) – Alexandre-François CAMINADE (Parigi 1789 – Versailles 1862), Grottes de Sorrento, 1820 circa. Litografia, cm. 19,5×25,5.
«Michallon del. Caminade Jne Lith».
Disegno di Achille-Etna Michallon e incisione di Alexandre-François Caminade.
[Persico Rolando 1988, tav. XXIV; Iezzi 1989, p. 80; Miniero, Ercolano 1990, p. 41; Cuomo 2005, pp. 62-63;]

Florian GROSPIETSCH (Zwrócona 1789-1830), La Madonna del Mulino presso Sorrento, Roma, 1823.
Bulino su rame, cm. 27×43,5.
«F. Grospietsch fec. Roma 1823».
[Persico Rolando 1988, tav. XVI; Iezzi 1989, p. 60; Cuomo 2005, p. 56; Cuomo 2013, p. 63; Fino 2017, p. 26;]
Come le Alpi, il vallone di Sorrento era popolato di eremi e croci, che interrompevano l’orrore della natura selvaggia, delle grotte e dei dirupi: era l’immaginario del paesaggio romantico.
E l’immaginario si alimentava anche dell’immaginazione…
“The ravine of Sorrento, which formed (…) the ditch of its mediaeval fortress, is frequently visited by the traveller. Its wildness and gloom, heightened by the silence which is seldom broken by the foot of man, sufficiently explain the superstition of the peasantry, who consider it to be peopled with goblins, and at night give a practical proof of their belief by kindling a lamp in the little oratories which are built in its recesses, for the purpose of scaring away the spirits.”
[Blewitt 1853]
A metà Ottocento Octavian Blewitt, autore di guide di grande fortuna per traveller inglesi, raccontò che il vallone di Sorrento era molto visitato dai viaggiatori: la sua natura selvaggia, l’oscurità ingigantita dal silenzio, che era raramente interrotto da passi umani, alimentavano la superstizione dei contadini, che ritenevano fosse popolato da folletti. Folletti che di notte accendevano lampade nelle piccole cappelle costruite nei recessi del vallone, allo scopo di spaventare gli spiriti.
Jules Louis Philippe COIGNET (Parigi 1798 – Parigi 1860) – Alexis Victor JOLY (Parigi 1798 – Parigi 1874) – Victor ADAM (Parigi 1801 – Viroflay 1866), Vue d’un hermitàge dans les ravins de Sorente in Vue pittoresque d’Italie, dessinées d’après nature, Paris, Sazerac et Duval, Paris, 1825.
Litografia, cm. 35,5×24,5.
Disegno di Jules Louis Philippe Coignet – Incisione di Alexis Victor Joly e Victor Adam.
Rotili 1977, tav. XXVIII; Iezzi 1989, p. 100; Cuomo 2005, pp. 60-61; Cuomo 2013, p. 64; Fino 2017, p. 56]


Jules Louis Philippe COIGNET (Parigi 1898 – Parigi 1860) – GIHAUT, Ravin de Sorente, 1832. Litografia, cm. 25,6×21,7.
«Coignet 1832; Lith. de Gihaut»
Disegno di Jules Louis Coignet e incisione di Gihaut.
[Persico Rolando, 1988, tav. XXIII; Iezzi 1989, p. 123; Cuomo 2005, p. 65;]
Molti travellers mettevano a confronto il rumore, il calore e la frenesia di Napoli con il silenzio e la tranquillità della Penisola Sorrentina
Ma soprattutto erano attratti dalla natura, una natura «extremely picturesque» [Blewitt 1853]
Jules Louis Philippe COIGNET (Parigi 1898 – Parigi 1860) – GIHAUT, Ravin de Sorente, 1832. Litografia, cm. 25,6×21,7.
«Coignet 1832; Lith. de Gihaut»
Disegno di Jules Louis Coignet e incisione di Gihaut.
[Persico Rolando, 1988, tav. XXIII; Iezzi 1989, p. 123; Cuomo 2005, p. 65;]
Karl August Lindermann-Frommel, nato in Alsazia, viaggiò in Italia dal 1844 al 1849, lasciando opere paesaggistiche di straordinaria bellezza; nel 1856 ritornò in Italia, dove insegnò all’Accademia di San Luca a Roma. Ha lasciato numerosi disegni di Sorrento e due sono dedicati ai valloni. Questo disegno si intitola “Dalle gole di Sorrento” e fa parte di una raccolta di schizzi e immagini di Napoli e dintorni.

Karl August LINDEMANN-FROMMEL (Markirch 1819 – Roma 1891), Aus den Schluchten Sorrent, in Skizzen und Bilden aus Neapel und der Umgegend, Goupil, n. 17, 1848. Litografia, cm. 26×20,5.
«K. Lindemann Frommel pinx» «4 sept.».
Disegno e incisione di Karl August Lindermann-Frommel
[Persico Rolando 1988, tav. VI; Fino 1994, n. 74; Cuomo 2005, p. 84; Cuomo 2005, p. 84; Fino 2017, p. 112]

Karl August LINDEMANN-FROMMEL (Markirch 1819 – Roma 1891), Aus den Schluchten Sorrent, in Skizzen und Bilden aus Neapel und der Umgegend, Goupil, n. 17, 1848. Litografia, cm. 26×20,5.
«K. Lindemann Frommel pinx» «4 sept.».
Disegno e incisione di Karl August Lindermann-Frommel
[Persico Rolando 1988, tav. VI; Fino 1994, n. 74; Cuomo 2005, p. 84; Cuomo 2005, p. 84; Fino 2017, p. 112]
Già negli stessi anni ‘20 dell’Ottocento, Coignet disegnò il fondo del vallone con la prospettiva della città: il castello in alto, il sentiero che scendeva nel vallone, il ponticello e le figure popolari in basso. Questa veduta ebbe grande fortuna e fu riprodotta per molti decenni, fino al 1840, quando il campanile sul castello fu abbattuto.
Jules Louis Philippe COIGNET (Parigi 1798 – Parigi 1860) – ? VILLENEUVE, Vue des Ravins de Sorente, in Vue pittoresque d’Italie, dessinées d’après nature, Paris, Sazerac et Duval, Paris, 1825. Litografia, cm. 28,5×20,5.
«Coignet del. – Villeneuve lith.»
Disegno di Jules Louis Coignet, incisione di ? Villeneuve.
[Rotili 1977, tav. XXVII; Iezzi 1989, p. 82; Cuomo 2005, p. 60; Cuomo 2013, p. 64; Fino 2017, p. 57]
Ernst FRIES (Heidelberg 1801 – Karlsruhe 1833) – Karl KUNTZ (Mannheim 1770 – Karlsruhe 1830), Salita di scale, 7 agosto 1826. Litografia, cm. 39×29,4.
Disegno di Ernst Fries e incisione di Karl Kuntz.
[Cuomo 2005]
James Duffield HARDING (Deptford 1798 – Barnes 1863), Samuel FISHER (Londra attivo tra 1831-1844), Entrance to Sorrento, in Thomas Roscoe, The Tourist in Italy, R. Jennings and W. Chaplin, London, 1832. Acquaforte, cm. 14,5×10.
“Drawn by J.D. Harding – Engraved by S. Fisher”.
Disegno di James Duffield Harving, incisione di Samuel Fisher.
[L’Italie 1893; Rotili 1977, tav. XXVI; Cuomo 2005, p. 80]
Billmark era pittore di paesaggi e litografo. Il vallone di Sorrento fu una delle vedute di paesaggi e scorci di città che l’artista vide nel suo viaggio da Stoccolma a Napoli. Era il 1837.

Karl Johan BILLMARK (Stoccolma 1804 – Parigi 1870), Ravins de Sorrento, 1837. Litografia, cm. 26,3×18,6.
«Ravins de Sorrento le 13 Nov 37».
Disegno e incisione di Karl Johan Billmark.
Karl Johan BILLMARK (Stoccolma 1804 – Parigi 1870), Ravins de Sorrento, in Pittoresk Resetur fran Stochkolm Till Neapel, Lemercier & C., Paris, 1852, n. 47. Litografia in bicromia, cm. 26×19.
«Billmark».
Disegno e incisione di Karl Johan Billmark.
[Persico Rolando 1988, tav. XV; Fino 1994, n. 70; Cuomo 2005, p. 74; Fino 2017, p. 76]

Karl Johan BILLMARK (Stoccolma 1804 – Parigi 1870), Ravins de Sorrento, 1837. Litografia, cm. 25,5×18,5.

Il pittore austriaco Johann Wenzel Peter in un autoritratto
Celebre per la raffigurazione di animali, dal 1812 fu docente dell’Accademia di San Luca a Roma. Filippo Cirelli fu invece il fondatore nel 1836 del celebre periodico napoletano illustrato «Poliorama Pittoresco» di grande fortuna di pubblico.
Johann WENZEL PETER (Karlsbad 1745 – Roma 1829) – Filippo CIRELLI (Campoli Appellino 1796 – 1867), Ponte dai Mulina at Sorrente, 1845 circa. Litografia, cm. 18,6×25,5.
«Wenzel dis. Cirelli lit. m.ss Oa[k?]es».
Disegno di Johann Wenzel Peter, litografia di Filippo Cirelli.
[«Surrentum» 1982, p. 11; Persico Rolando 1988, tav. XXXVI; Iezzi 1989, p. 71; Miniero, Ercolano 1990, p. 11; Cuomo 2005, pp. 65-66]

Johann WENZEL PETER (Karlsbad 1745 – Roma 1829) – Filippo CIRELLI (Campoli Appellino 1796 – 1867), Ponte dai Mulina at Sorrente, 1845 circa. Litografia, cm. 18,6×25,5.
«Wenzel dis. Cirelli lit. m.ss Oa[k?]es».
Disegno di Johann Wenzel Peter, litografia di Filippo Cirelli.
[«Surrentum» 1982, p. 11; Persico Rolando 1988, tav. XXXVI; Iezzi 1989, p. 71; Miniero, Ercolano 1990, p. 11; Cuomo 2005, pp. 65-66]

Karl GIRARDET (Le Locle 1813 – Parigi 1871), Paul GIRARDET (Neuchâtel 1821 – Parigi 1893), Sorrento / Royaume de Naples, in «L’Artiste. Journal de la littérature et des beaux-arts», 1850 circa. Incisione, cm. 17,2×14.
«Peint par Karl Girardet – Gravé par Paul Girardet».
Disegno di Karl Girardet, incisione di Paul Girardet.
[Rotili 1977, tav. XXXII; Iezzi 1989, p. 101; Miniero, Ercolano 1990, p. 39; Cuomo 2005, pp. 66-67;]

SCHULZ, Sorrento, 1850 circa. Incisione, cm. 17×12,8.
Incisione di Schultz su disegno di Karl Girardet?.
«Schultz – Artistisches Institut v. F. Gutsch & Rupp».
[Cuomo 2005, pp. 66; Cuomo 2013, p. 65]

William LINTON (1791-1876) – William DAY (1797 – Londra 1845), Ravine at Sorrento, in William Linton, Sketches in Italy, London 1832, vol. I, p. 44. Litografia, cm. 32×25.
«W. Day Lith.r to the King 17, Gate S.t Linc: Inn G.ds
[Rotili 1977, tav. XXII; Iezzi 1989, p. 70; Cuomo 2005, p. 75]

William Linton in un autoritratto del 1821
Conservato al Museum and Art Gallery di Bolton.

William Day, l’incisore inglese
Un’altra veduta del vallone ebbe straordinaria fortuna: mostra il vallone, una casa e un ponte in alto, una scala e le donne accanto al lavatoio in basso

Heinrich REINHOLD (Gera 1788 – Roma 1825), Il vallone di Sorrento, 1823. Olio su carta intelata, cm. 29×22.
Collocazione: Amburgo, Kunsthalle.

Heinrich Reinhold

Johann Heinrich SCHILBACH (Barchfeld 1798 – Darmstadt 1851), Una ripida gradinata a Sorrento, 1825. Inchiostro e acquerello, cm. 51,1×43,2.
Collocazione: Darmstadt, Hessisches Landersmuseum
[Fino 2017, p. 98]

Johann Heinrich Schilbach
Ernst Fries tra la Grotta Azzurra di Capri e il Vallone di Sorrento
Nel 1826 Ernst Fries fu a Sorrento.
Diventerà famoso per aver «scoperto» nello stesso 1826 la Grotta Azzurra di Capri.
A Sorrento Fries disegnò non solo il banco tufaceo ma anche l’accesso alla scala che dalla strada scendeva nel «burrone».

Ernst Fries

Ernst FRIES (Heidelberg 1801 – Karlsruhe 1833) – Karl KUNTZ (Mannheim 1770 – Karlsruhe 1830), Burrone con salita di scale, 8 agosto 1826. Litografia, cm. 26,8×21,3
Disegno di Ernst Fries e incisione di Karl Kuntz.
[Cuomo 2005]
Jean Charles Joseph REMOND (Parigi 1795 – 1875) – François Séraphin DELPECH (Parigi 1778 – Parigi 1825), Vue prise dans le ravin de Sorento (Près Naples), 1827. Litografia, cm. 25,5×21,5
«Remond 1827 – J. Lith. de Delpech »
Disegno di Jean Charles Joseph Remond e incisione di François Séraphin Delpech
[Rotili 1977, tav. XXI; Iezzi 1989, p. 57; Cuomo 2005, p. 76-77]
Giacinto GIGANTE (Napoli 1806 – Napoli 1876), Ravine di Sorrento, luglio 1841. Acquerello, cm. 45,5×30.
Sorrento, collezione privata.
[Fino 2017, p. 122]
Nel 1841 anche il napoletano Giacinto Gigante realizzò il paesaggio del vallone con la casa in alto, la scala e il lavatoio in basso.

Giacinto Gigante
Ritratto firmato da Matania.
Johann Hermann CARMIENCKE (Amburgo 1810 – New York 1867), Grotto near Sorrento, tra 1845-1846.
Pittore e incisore all’acquaforte, Carmiencke visitò l’Italia tra il 1845 e il 1846.
Una composizione che sarà ripresa anche dalla fotografia

1900 Vallone all’altezza di Villa Manning.
[Fiorentino 1991, 96]

1900 Vallone all’altezza di Villa Manning.
[Fiorentino 1991, 96]